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Sabato 9 maggio ci dedicheremo alla cura del nostro esperimento di orto sinergico – ci date una mano?

Non ancora del tutto convinti? E allora due parole per spiegare cosa, come, ma soprattutto perché un orto sinergico alla Corte.

Cos’è l’orto sinergico

Si tratta di un appezzamento di terreno coltivato con il metodo sinergico – appunto – elaborato negli anni settanta dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip, sulla base delle intuizioni del microbiologo giapponese Masanobu Fukuoka, secondo il quale le piante, in stretta collaborazione con microrganismi, batteri, lombrichi (e altri animaletti…) sono in grado di rendere il suolo fertile semplicemente crescendo, attraverso il rilascio dei propri “essudati radicali”, ossia i residui organici. Un metodo di coltivazione “a basso impatto”, dunque, che cerca di sfruttare le potenzialità del terreno, senza però deprivarlo della sua energia e del suo potenziale, ma – al contrario – restituendo più di quanto viene preso. Poco intervento umano, quindi, ma soprattutto valorizzazione delle complesse interazioni esistenti tra microrganismi, piante e terreno.

Come si prepara

Se si parte da zero, magari con l’idea di trasformare in orto sinergico un orto “tradizionale” – come abbiamo fatto noi – è necessario concimare abbondantemente il terreno con concime di origine naturale e procedere all’aratura, per mettere al terreno di arearsi e di preparasi alle nuove coltivazioni. Dopo di che si può passare alla creazione delle aiuole (anche dette bancali), bombate, e dei vialetti di passaggio – fase di fondamentale importanza perché di anno in anno le coltivazioni continueranno sulla stessa superficie di terreno, che non dovrà mai essere calpestata. Sui vialetti sarà poi necessario spargere un consistente strato di pacciamatura naturale (paglia, fieno o simili), per contrastare in maniera naturale, ma il più possibile efficace, la crescita di malerbe. Anche le aiuole andranno abbondantemente pacciamate, per mantenere costante l’umidità del terreno in estate e contrastare le gelate in inverno. Inoltre, la pacciamatura impedirà all’acqua piovana di dilavare gli elementi nutritivi presenti nel terreno e, con la sua decomposizione progressiva, contribuirà alla formazione di humus. Le aiuole così pacciamate potranno poi essere attrezzate con un impianto di irrigazione a goccia ed eventuali sostegni per le piante che ne necessitino (pomodori, ma anche piselli e fagioli).

Come e cosa si coltiva

Nell’orto sinergico, la coltivazione si basa sul principio delle consociazioni – ovvero sull’idea che alcune piante, vicine, crescano meglio, dando migliori risultati. Un buon vicinato botanico, insomma, che l’orticoltore accorto (e sinergico) deve rispettare per ottenere la miglior soddisfazione possibile dal proprio terreno. Molte le regole da conoscere – a leggerle bene quasi un piccolo decalogo della vita comunitaria:

1. mai della stessa famiglia

da evitare le consociazioni di piante appartenenti alla stessa famiglia botanica, perché sfruttano le stesse sostanze nutritive del terreno e attirano gli stessi parassiti. Niente zucchine e meloni vicini, quindi, ma nemmeno pomodori e patate;

2. non tutti alla stessa velocità – veloci e lenti fianco a fianco

non tutti gli ortaggi crescono alla stessa velocità ed è dunque bene consociare piante a lenta maturazione (pomodori, piselli, cavoli…) con piante a maturazione veloce (insalate, spinaci, ravanelli…), per poter garantire un’adeguata fornitura di cibo e per poter dilazionare nel tempo la maturazione, in modo da poter garantire alle piante “lente” tutto lo spazio di cui avranno bisogno una volta raggiunto il pieno sviluppo;

3. non tutti alla stessa profondità, non tutti allo stesso livello – a ciascuno il suo spazio

per poter garantire alle piante e alle loro radici il giusto spazio di accrescimento, conviene consociare piante che sfruttano diversi livelli di terreno e hanno, quindi, una diversa profondità di accrescimento radicale (mai consociare patate e cipolle, ad esempio). Lo stesso vale per l’accrescimento di foglie, e fusti;

4. energia e profumo per tutti, purché naturali

mai tralasciare, nell’orto sinergico, la presenza dei legumi – che hanno la proprietà di fissare l’azoto presente nell’aria e di liberarlo nel terreno con la decomposizione delle radici, con un’ottima azione fertilizzante, e le piante aromatiche – potentissimi repellenti naturali per gli insetti. Non dimenticare mai, dunque, basilico, aglio, timo, rosmarino, salvia.

Perché proprio un orto sinergico alla Corte di Castellazzo

Alla Corte di Castellazzo, per tentare una via di autoproduzione alimentare efficace, ma al tempo stesso a basso impatto e a basso lavoro (perché, a noi piace coltivare, ma soprattutto mangiare!)
Alla Corte di Castellazzo per sperimentare un’agricoltura che ci permetta di contemplare le meraviglie del terreno – oltre che di goderne – continuando a credere che insieme, da diversi, non solo si possa vivere, ma soi possa vivere meglio.

Orto sinergico come metafora della comunità?

Forse.

Sabato 9 maggio, ci date una mano?

A fare cosa?

  • finire di trapiantare i pomodori
  • riseminare i fagiolini
  • trapiantare le zucche della marmellata
  • togliere erbacce e arginarne l’avanzata
  • pensare e allestire un sistema anti lumache
  • rasare i rovi per contrastarli
  • decespugliare
  • pacciamature intorno alle zucche
  • provare l’impianto di irrigazione (cisterna nuova!)
  • momento tutorial sulla manutenzione dell’orto: cosa fare, come farlo

Vi aspettiamo!

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